“Le bollette energetiche alle stelle ci impediscono di cogliere pienamente la ripresa. I nostri margini si stanno velocemente assottigliando: incassiamo di più e guadagniamo di meno, o addirittura rischiamo di essere in perdita, perché non possiamo traslare per intero sui consumatori gli aumenti che subiamo. Le medie degli aumenti dell’energia già altissime sono, appunto, medie e non riescono a dar conto dei folli incrementi che si sono abbattuti sulle aziende della ristorazione”. A fare questa dichiarazione è Renzo Bellandi, presidente della Fiepet-Confesercenti di Prato, ma potrebbe essere uno qualsiasi dei centomila ristoratori italiani, delle migliaia di imprese produttrici dell’agroalimentare o dei più di 4.000 distributori di food-service che hanno gli stessi identici problemi.
Siamo in una situazione di drammatica emergenza, la seconda dopo i due anni di Covid per un mondo, quello dei consumi fuoricasa, che deve obbligatoriamente ripensare a sé stesso ma in termini complessivi di filiera.
Mai come ora è necessario ragionare tutti insieme, dai produttori ai distributori ai ristoratori per trovare forza contrattuale verso quei soggetti, pubblici e privati, che determinano le regole del mercato, e per definire, il meglio possibile, il valore che questo settore ha sull’economia e sullo sviluppo del Paese.
Troppo spesso, ad esempio, ci dimentichiamo di quanto peso ha la ristorazione sul turismo e questo è un errore a cui porre subito rimedio, anche alla luce di una stagione come quella appena trascorsa che ha visto i ristoranti pienissimi, ovunque, grazie proprio a quel turismo che è il motore vero di questo Paese.
E dietro ai ristoranti pieni c’è un mondo di imprese che lavorano per la ristorazione, dai piccoli produttori alle aziende dell’industria agroalimentare e a chi svolge un lavoro quotidiano importantissimo per il ristorante: il distributore.
Una filiera di cui, però, fino ad oggi non si è mai parlato veramente. Ora è il momento di farlo: i costi dell’energia riguardano tutti e, senza una categoria forte e organizzata, ci passeranno sulle nostre teste e dovremo solo pagarne le conseguenze.
Tra poche settimane avremo un nuovo governo che, ci auguriamo, saprà mantenere alta l’immagine che il Paese si è conquistato in questi ultimi anni. Al governo, qualunque esso sia, chiediamo di mettere un freno immediato ai rincari energetici, soprattutto ora che arriveranno i mesi più bui, di considerare il mondo della ristorazione nel suo complesso un comparto strategico per il turismo in Italia, di adeguare il costo del lavoro e la fiscalità per permettere alla ristorazione di poter aumentare gli stipendi dei dipendenti o di fare due turni separati di lavoro per far fronte alla carenza di personale.
Richieste che nascono da un’analisi seria di questo settore e che vogliono fare il bene di un comparto tra i più dinamici ma che, per come è strutturato, sparso tra mille sigle, non è stato, finora, in grado di far sentire una voce univoca e degna del rispetto che, invece, deve avere. Solo così daremo un futuro certo alla ristorazione italiana!
Benhur Tondini
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